Covidanno 2021
Tutto si può dire di quest’anno, tranne che sia stato privo di emozioni. La storia che racconta delle Claudiniane avventure inizia da un lockdown obbligato e finisce con uno volontario. Gennaio, il mio mese, il mese che più aspetto durante l’anno perché mi fa sentire speciale. Lo so, è piuttosto narcisistico come pensiero, ma è la cruda verità. Questo gennaio passato in lockdown a Pisa con Flavia ed i miei coinquilini, è stato particolare, per certi versi speciale. Era una situazione strana, due coppie che condividono lo spazio-tempo e momenti di svago, ma allo stesso tempo rispettano le zone di confine degli altri. Amarezza e nostalgia aleggiavano per casa, consci che la mia partenza ad Oriente (Repubblica ceca, tranquilli), avrebbe portato si benefici a livello professionale (possiamo definirlo così?), ma il conto da pagare sarebbe stato alto. Saluto Pisa, città a cui devo tanto, anche se ho potuto viverla poco grazie a sua maestà Covid-19. Preparo le scorte alimentari per i prossimi mesi all’estero, come ogni buon italiano che si rispetti, e tra un documento firmato ed un tampone molecolare parto alla volta dell’est, a bordo di una vera regina d’acciaio: Logo sport. Ok, forse è esagerato ma io la vedo così, in amore si è sempre ciechi dopotutto no?
Un viaggio in solitaria, sia dentro l’abitacolo che in strada, dato che tutta l’Europa si trovava in lockdown, attraverso le frontiere di: Austria, Germania e Repubblica Ceca. Eccomi, sono arrivato e carico per una nuova avventura! Peccato che i ciechi (basta battute per favore) avessero altri piani in serbo per me e dovetti fare un’avventurosa esperienza di quarantena in dormitorio. Fortuna che mi portai la playstation e la tv, grandi vantaggi di essere trasportati su un cammello d’acciaio. La differenza linguistica non fu affatto un problema, persino le segretarie erano in grado di parlare inglese ad un prestigiosissimo livello. A segni. A volte. Quasi mai per la verità. Anzi, hanno una sorta di astio nei confronti degli studenti internazionali, privilegiando i nativi o chi riesce ad imparare la loro utilissima ed armoniosa lingua. Il razzismo non ha colore, e questa esperienza me lo ha insegnato molto bene. Dopo aver scaricato circa 100 quintali di oggetti e prodotti alimentari dal cammello d’acciaio alla mia lussuosa e spaziosa cella al decimo piano di un edificio dalle sinuose fattezze, incontro i miei simpatici coinquilini russo-ucraini. Non accennerò alcun tipo di commento sulla pulizia generale dell’abitazione, dicono che non bisogna infierire contro i cinghiali.
Il dormitorio aveva un’enorme quantità di piccoli appartamenti, ero curioso di provare questa nuova avventura e devo dire che tutto sommato non mi è dispiaciuta, dandomi la possibilità di confrontarmi con studenti da ogni parte del mondo. Ho conosciuto nuove usanze, culture, cibi, esperienze e costumi. Il campus, il quale ospitava diversi dormitori, offriva dei campi da pallavolo, basket e tennis dove abbiamo lasciato le nostre impronte da quanto tempo ci abbiamo trascorso a correre, ridere, giocare e talvolta imparare gli uni dagli altri. La città, dal nome impronunciabile, non era un granché anche se il campus universitario compensava con aree verdi ben mantenute e curate ed un centro di ricerca di alto livello, dove ho trovato il pazzo furioso che accettasse la mia proposta di tesi. Zdenek, fin dalla prima mail di settembre 2020, è stato molto disponibile ad aiutarmi e guidarmi nell’intricata via della ricerca scientifica. A lui devo molto e gli sarò sempre riconoscente, in parte ho già pagato il debito corrompendolo con cibo Piacentino. Si, siamo molto orgogliosi delle nostre specialità, ma solo quelle cul... alimentari. Come non posso citare un vero amico che ho avuto l’onore d’incontrare lungo il mio cammino, Kenz abahbahabh per gli amici europei, Kenzo. Abbiamo condiviso risate, pianti, scleri ed avventure nelle gelide lande ceche (gelide non solo per via del freddo atmosferico). Ci siamo aiutati a vicenda, sia in ambito accademico che sentimentale, e quando hai a fianco una persona così positiva e disponibile, tutto diventa più sopportabile. Vi starete chiedendo il motivo della mia spedizione, e avete ragione a chiedervelo perché nemmeno io avevo le idee molte chiare. Come dicevo, è stata un’avventura, e come tale non prevede troppi programmi fissi. Chiuso nella mia cella con vista, ho appreso metodi statistici in grado di elaborare i dati utili alla mia tesi sul cambiamento climatico (wow come sei innovativo dirai). Ovviamente non sarebbe stato così eccitante attraversare tre Stati solo per stare seduti alla scrivania a scrivere codici di programmazione, ricevendo insulti in informatichese dal tuo computer. No, decisamente no. Per ovviare a questa situazione decisi di allenarmi anche in tecniche molecolari e genetiche, asportando addomi e zampe dai cadaveri delle farfalle mummificate in provette. Prelevare il loro DNA e poi giocarci sadicamente per vedere se erano infettate da un batterio oppure no. So a cosa state pensando e no, non mi trovavo in compagnia di Mercoledì e Fester, solo con altri ricercatori.
Maggio, mese in cui i cechi scoprono che la loro terra natia può offrire qualche svago naturalistico, e allora perché non andare alla ricerca di farfalle nelle vaste praterie dell’est?
Sono finito in una specie di ricovero per topi in un campeggio sperduto al confine con l’Austria. Comfort quasi assenti, dico quasi perché i letti erano presenti. Il meteo non fu molto galante nei nostri primi giorni che arrivammo a Havraniky, Moravia meridionale. Patria del vino ceco di cui sono parecchio orgogliosi, cercando di paragonarlo al vino prodotto nelle zone mediterranee. Brutta bestia l’invidia, già. La giornata tipo si svolgeva così: colazione con caffè di Claudio, retino e block notes per cacciare farfalle nelle seguenti 4-8 ore in base al meteo, ritorno alla topaia dove qualcuno si lavava, cena a base di gulasch o gulasch alle 18 per anticipare le galline, birra, birra, computer, birra, liquore e letto. A parte gli scherzi, è stata un’esperienza molto formativa grazie alla presenza di Martin Konvicka. Sai quell’autore che citi negli articoli o che ne parlano in tv, sui giornali o che hai sentito parlare riguardo qualche notizia scientifica? Ecco, lui è una di quelle persone ed è stato scioccante scoprire la persona dietro allo scienziato. Come uomo di Scienza mi ha inondato di nozioni ed informazioni, come persona… diciamo che ha avuto un passato alquanto turbolento. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza la mitica Logo sport, fedele amica durante i miei spostamenti dal dormitorio ad Havraniky ed altre mete. Una di queste si trova al confine con la Slovakia, sui monti Carpazi. Fu l’ultima avventura ceca ed ebbi un upgrade da topaia a casotto degli attrezzi con tanto di profumo di arti inferiore a cinque dita. I proprietari di questi arti profumati erano due studenti, che a parte questa sgradita peculiarità, si sono dimostrati disponibili a socializzare ed aiutare. Voi direte che non c’è niente di speciale in tutto ciò, ma in terre gelide ed apatiche, persone così sono una rarità e gli va sempre riconosciuta tale abilità comunicativa. Qui passai circa una settimana, tra boschi e casa degli attrezzi, alla ricerca di un coleottero che avevo sempre desiderato incontrare ma che in Italia è alquanto raro, Rosalia alpina. Perché in Italia è così raro? Semplice, alle scimmie bipede piace usare ogni angolo di foresta per costruire le loro case a discapito di quelle dei poveri coleotteri. Fu un’esperienza piacevole, mettere in pratica le proprie conoscenze per un fine lodevole come la conservazione di una specie non ha prezzo. A bordo del cammello d’acciaio tornai in Italia, stavolta con un ospite. Ebbene si, Kenz si uni al viaggio di ritorno! Una borsa in più non spaventava di certo il nostro cammello d’acciaio, e quindi partimmo: direzione Marsaglia, Luglio 2021. Cibo, tesi, piani futuri, Trebbia, Alpini, mare e risate sono le parole che meglio descrivono la permanenza di Kenz in Italia. Nel 2022 spetterà a me farmi un giretto in Algeria, non vedo l’ora!
E dunque eccoci arrivati ad agosto, il secondo mese che aspetto di più durante l’anno perché lo associo a relax, famiglia e Marsaglia, il luogo a cui sono più affezionato. Ho tagliato la parte della preparazione degli esami di settembre, tanto noi studenti non facciamo mai nulla. Settembre, lo ricordo come uno dei momenti più bui. Un tracollo psicologico-emotivo devastante dovuto alla sensazione di aver perso qualcosa che non potrà mai più tornare. La perdita di colore sul grigio treno della vita. Perché è questo che siamo, treni grigi che proseguono la loro corsa nonostante tutto, ma che risplendono quando colorati dalle emozioni di una persona cara. Rimedio? Focalizzarsi sui doveri e la tesi era sicuramente uno di quelli impellenti che necessitava assidua attenzione. Qui termina la parte avventurosa di quest’anno per dar vita alla parte più statica fisicamente ma altrettanto movimentata nella testa. Il muscolo rosa residente in capo al mio corpo si è dovuto scontrare con la dura realtà nello scrivere un articolo scientifico in inglese, con evidenti difficoltà. Giorno dopo giorno i risultati sono emersi, dovendo dare atto allo spocchioso muscolo a forma di labirinto del suo eccelso lavoro. A novembre invece ho cercato di iniziare ad investire quei pochi risparmi che ho accumulato, scoprendo il mondo delle cripto valute. Un mondo pieno di occasioni e nuovi progetti, pane quotidiano per curiosi scatenati come me. Blockchain, Ethereum, NFT, DEFI sono tutti termini che faranno parte dell’uso comune nel giro di qualche anno e già moltissime aziende hanno e stanno investendo su questa tecnologia. A dir la verità, è dal 2017 che questa tecnologia ha preso piede ma solo ora sta spopolando e conviene salir sul carro mentre si è in tempo!
Finalmente arriva dicembre con i pranzi, cene, aperitivi e brunch insieme ad amici e parenti immersi in chiacchere e fiumi di alcool. E invece no, il Pipivirus ha avuto altri piani per me e per molte persone, rovinando le feste alla maggior parte delle famiglie. Appena ho avvertito i sintomi è scattato il protocollo “tamponati e nasconditi” tra tutti i miei contatti, con aggiunta del titolo di untore come se fossimo ai tempi della peste bubbonica. Il vaccino ha fatto la sua parte, anche se i primi giorni d’infezione sono stati tutt’altro che piacevoli. Senza il siero magico probabilmente me la sarei vista peggio, ma grazie alla Scienza non sono stolto (riferimenti a religioni ed ideali conservativi sono puramente casuali). Il Pipivirus ha davvero rovinato le feste natalizie? Ecco, pensandoci bene non credo che abbia rovinato tutto. Certamente ha limitato i contatti e le emozioni, ma ha anche permesso di stare più vicini alle persone care (volente o nolente), genitori e fidanzati, che in fondo è quello che ci si augura sempre. Non tutto il male viene per nuocere ed il Pipivirus ne è un esempio.
Tutto sommato è stato un anno produttivo e ricco di emozioni, permettendomi di crescere come uomo e scienziato, coltivando sempre il bambino che si nasconde in tutti noi. Quella parte è la più importante perché ci permette di smussare le difficoltà della vita rendendoci più felici, ed in fondo, non è forse la felicità lo scopo ultimo della nostra vita?
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