Scarabocchiando farfalle

Come vi immaginate un giovane appassionato di insetti? Probabilmente l’immagine che vi è appena apparsa nella mente è quella di un giovanotto, un po’ nerd, con in mano un retino intento a catturare qualche farfalla che svolazza nei campi. Per caso, ho indovinato? Bene, in effetti la realtà non si discosta molto dall’immaginario comune dell’entomologo, quelle strane persone a cui piacciono gli insetti e dedicano pure la loro vita a studiarli. Le domande ora dovrebbero essere le seguenti: come fanno gli entomologi a studiare le farfalle? Quali metodi usano sul campo? Hanno delle tattiche?


A seconda della tipologia di domande biologiche alle quali si vuole cercare di rispondere, esistono vari metodi per raccogliere dati sulle farfalle in un dato luogo. Durante la mia permanenza nella Terra dei Cechi (Repubblica dei non vedenti), ho passato intere giornate immerso nelle praterie dell’est a catturare, scarabocchiare e rilasciare farfalle. Questo metodo viene chiamato “Mark-recapture”, ed è molto utile quando si vuole sapere la salute di una o più popolazione di insetti. Ora vi mostro quale crudele trattamento riserviamo alle nostre gentili cavie. Selezionata l’area di studio ci si arma di panini, birra, libro, penna ed una guida di riconoscimento per il gruppo che si sta studiando. Ah dimenticavo l'elemento fondamentale: una bella giornata di sole!

 

Fig.1 Melitaea athalia tramortita dove averla manipolata. Nessun maltrattamento è stato eseguito su questo esemplare ai sensi della legge sui diritti e protezione delle farfalle. 

 

Il retino, nostro fedele compagno di avventure, sarà indispensabile per la cattura delle farfalle. Una volta catturate vengono rilevati alcuni dati (sesso, luogo, data, comportamento, coordinate gps ecc), marcate con un codice identificativo come i carcerati e poi liberate. Visto? Non siamo assassini, non sempre almeno. 

 

Fig. 2 Melitaea cinxia, si distingue dalla precedente (M. athalia) per i puntini neri ovunque sulla pagina inferiore dell’ala e da M. didyma, quest’ultima manca di puntini neri nelle fasce arancioni.

 

Ogni giorno il processo si ripete e quei codici si rivelano molto utili poiché se catturiamo un individuo già catturato possiamo risalire alla vita media di una specie, quanto si sposta mediamente un individuo e ci permette di stimare se una popolazione ha raggiunto il suo valore massimo di esemplari (se avvengono molte ricatture durante le giornate significa che la maggior parte degli individui è stata campionata, quindi è meglio cambiare zona). 

 

 Fig. 3 Sempre Melitaea cinxia, questa volta immortalate durante un momento intimo. Ora sapete quale posizione assumono le farfalle a letto, prego! 

 

 

 

Fig.4 Pony Exmor intenti a svolgere il loro ruolo di “ingegneri ambientali”, regolando l’altezza dell’erba e la presenza dei cespugli. Ottimi giardinieri, oltre che ingegneri. 

 

Cosa ci facciamo con questi dati? E cosa c’entrano dei cavalli in tutto questo? La risposta si scopre cammino facendo (di solito si risponde così quando una risposta non la si ha, come nel nostro caso). Avvolgendo al massimo il nastro, la solfa è questa: nel 2017 sono stati presi gli stessi dati per le stesse specie di farfalle nelle stesse zone di studio. L’anno scorso sono stati introdotti i pony Exmor, unica razza equina originaria delle Isole Britanniche, molto resistenti alle intemperie e per questo sono stati importati nella Repubblica dei non vedenti per la “riqualificazione dei pascoli”. In pratica, sono dei decespugliatori ambulanti e sono più resistenti di altre razze equine. Raccogliendo gli stessi dati dopo l’introduzione dei pony Exmor, vogliamo valutare se le popolazioni delle farfalle abbiano risentito o tratto beneficio dalla presenza dei pony. Alcune specie sono favorite da un ambiente di prateria stretta mentre altre da una prateria mista a cespugli, per cui la presenza dei pony, i quali brucano sia l’erba che i germogli dei cespugli limitando la loro crescita, dovrebbe avere un forte impatto sulle specie che preferiscono ambienti di prateria mista (con cespugli). Ad ogni modo è ancora un “work in progress”, vi terrò aggiornati.

 

 

Fig. 5 Simpatico cartello fatto dal Parco Nazionale per far sapere che gli strambi con il retino potevano entrare nei recinti dove erano presenti i pony. I privilegi della vita, quelli veri.

 

Immaginate di ripetere l’esperienza da maggio a luglio, arrivi in un paesino sperduto e ti accoglie una vegetazione verde e smagliante e dopo meno di un mese tutto cambia. Nuovi fiori, nuovi colori e nuove specie! No, non è magia. È l’essenza stessa della Natura, mutevole ed allo stesso tempo affascinante. Sono i mesi più attesi da un entomologo, quando può finalmente liberarsi di computer, testi e documenti per un attimo e ricordarsi il vero motivo per cui studia: il contatto con la Natura. Perché in fondo, ognuno di noi vorrebbe un ufficio immerso nel verde!

 

 



Alla prossima avventura! 

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